Com’è nato l’Amarone della Valpolicella?

Sembrerà incredibile a molti, ma l’amatissimo Amarone della Valpolicella è nato da una svista del cantiniere.

Fino al secolo scorso, in Valpolicella si produceva solo il Recioto, un vino rosso dolce e vellutato.

Il Recioto e l’Amarone  si ottengono dalle medesime uve appassite:

  • Corvina
  • Corvinone
  • Rondinella
  • Oseleta
  • Negrara

Le uve vengono raccolte a mano nel mese di settembre e lasciate appassire naturalmente in apposite cassette di legno.

Durante l’appassimento l’acqua contenuta negli acini evapora naturalmente favorendo una maggiore concentrazione degli zuccheri.

Da settembre a gennaio, le uve riposano e appassiscono fino al momento della pigiatura.

In questa fase, le concentrazioni zuccherine sono ai massimi livelli e questo consente di ottenere un risultato maggiormente strutturato e una gradazione alcolica superiore.

La differenza tra Amarone e Recioto si determina durante la fase della fermentazione.

Nell’ Amarone tutta la parte zuccherina, concentratasi durante l’appassimento, si trasforma in alcol. In questo modo, il prodotto finale è un vino strutturato, deciso e tannico.

Nel Recioto, invece, la fase della fermentazione viene interrotta a metà così da ottenere un vino da dessert, ma sempre con una parte zuccherina molto importante

La storia della nascita dell’Amarone racconta che nel 1936 Adelino Lucchese, capo cantina della Cantina Sociale Valpolicella, dopo aver assaggiato un bicchiere di Recioto spillato da una botte dimenticata in cantina, abbia esclamato con entusiasmo: “Questo non è un Amaro, è un Amarone”.

Infatti, lasciando il Recioto nella botte, il vino aveva continuato a fermentare trasformando tutto lo zucchero in alcol.

Il Recioto si è trasformato così in un vino sempre più secco e alcolico, perché mano a mano che la fermentazione prosegue, la parte zuccherina diminuisce mentre quella alcolica aumenta.

Fu così che nacque l’Amarone: il nome fu subito utilizzato dalla cantina per identificare il Recioto Amaro.

L’ Amarone, tuttavia, non fu preso seriamente in considerazione fin da subito, ma ci vollero 80 anni affinché l’Amarone riuscisse a far comprendere il proprio valore imponendosi sul panorama nazionale ed internazionale come uno dei migliori vini rossi passiti di tutti i tempi.